Panettone di castagne che ho imparato da Libera

Quando ho letto il suo articolo ero sul divano di casa dei miei, di fronte al caminetto non acceso, ahimé, viste le bizzarre temperature di questo dicembre. Quando lei pubblica penso sempre a chissà quale cosa meravigliosa avrà pubblicato e quale esperienza di vita o riflessione avrà deciso di condividere con la direttezza che le è propria e con il suo modo che a me tocca spesso le corde.

L’ho letto di un solo fiato, come al solito e, Max al mio fianco, gli ho detto “Leggi!”. Lui ha letto tutto. Poi ci siamo guardati e io ho detto “Questo lo rifaccio!” e Max “Questo lo voglio assaggiare”. E così di rientro a Monza mentre ancora medito se fare o meno il Panettone con il lievito madre (portate pazienza ma io adoro il Panettone e i lievitati e cerco di assecondare i miei tempi che non sono sempre quelli già “determinati”) decido di fare questo Panettone di castagne. 

Adoro tutto di questo dolce: in primis gli ingredienti: castagne, nocciole, noci, fichi secchi, uvetta e rhum oltre a burro, uova, farina e zucchero. La consistenza e il sapore rustico non saprei come meglio definirlo. Il dolce vi arriva ed è quello della frutta secca. E l‘odore del forno.

Ho apportato alcune varianti: non avevo le castagne secche ma fresche che ho lessate con la salvia; ho intenzionalmente utilizzato la farina 1, macinata a pietra, che a mio avviso dà ai dolci quel sapore al palato meno “perfettino” rispetto ad una 00 e che per certi dolci – come secondo me questo – è ideale; ho aggiunto la buccia di una arancia bio. Ed è stato il naso a chiamarla mentre annusavo l’impasto. L’unico dubbio che ho e magari sperimenterò è se non valga la pena aggiungere un po’ di lievito per dare una leggerissima alveolatura.

Ed eccovi il Panettone di castagne.

Grazie Libera!


Grazie Libera! anche dal fortunato “assaggiatore ufficiale della Real casa”! Dolci che mangerei con la pala, questo genere. Anzi, a mattoni, vista la forma.

A me consistenza e profumi ricordano la Bisciola Valtellinese (con le dovute differenze di ricetta, of course).

 

8 pensieri su “Panettone di castagne che ho imparato da Libera

  1. Grazie Milena, mi è scesa una lacrimuccia… A parte le castagne, apporterò anch’io le tue modifiche, ma ti consiglio di adoperare, se dovessi rifarlo, le castagne secche: sono quelle che regalano il profumo che ti è mancato. In cambio di questa gioia che ho portato sulla vostra tavola, “pretendo” la ricetta della Bisciola Valtellinese: adoro la Valtellina, teatro di grandi ed estenuanti gare di MTB, seguite da appaganti pasti a base di pizzoccheri 🙂 Buon fine settimana e grazie ❤

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