Brioche grande di M. Roux

Io e Michel Roux abbiamo un rapporto strano. Meglio: io ho un rapporto strano con Michel Roux che – naturalmente – non sa nemmeno io chi sono. Max mi regalò il suo libro, “Frolla&Sfoglia Teoria e Pratica dell’impasto” Guido Tommasi Editore, di ritorno da una delle mie visite dai miei.

Riporto letteralmente dal risvolto “Michel Roux, chef di altissimo livello con più di trent’anni di esperienza”. I primi tempi me lo portavo dietro tipo copertina di Linus, studiavo la teoria e le ricette. Per chi apprende, quanto più sono chiare e precise le istruzioni tanto più l’apprendimento è agevolato.

Ecco io con le spiegazioni di Roux ho più volte “sbattuto il muso”. E quindi l’avevo rimesso a posto nella parte della libreria dedicata ai dolci. E lo guardavo di tralice desiderosa di potervi attingere ma solo fino a quando non avessi recuperato le informazioni e le tecniche su cui lui, forte della sua esperienza, scorreva un po’ troppo sinteticamente (almeno per me 😛 ). Poi a forza di sbatterci il muso un po’ in giro, leggere, studiare e riprovare qualche piccolo progresso l’ho fatto. La prima volta della Brioche grande di Roux fu un disastro (SIGH!). Questa volta no però. Yes! 😀

Eccola qui la – decisamente – Grande e un po’ storta Brioche di M. Roux: poco zucchero e dose generosa di burro e per variare latte di mandorla.

Un sapore che si adatta perfettamente con gli affettati – per chi ne mangia – salmone affumicato e a confetture non particolarmente dolci.

E per la gioia del vicinato, fette generose di BRIOCHE che, secondo i puristi (così scrive M. Roux), dovrebbe essere spezzata con le mani. Più comodo poi con un bel coltello affilato.

E voilà.

Grazie!