Biscotti del cuore

Dopo i giorni appena trascorsi, questo articolo mi sembra avere una continuità naturale di/nel “sentire”.

Non credo nemmeno sapesse cosa fosse la cattiveria; non sarebbe stata in grado di formulare un pensiero cattivo. Figurarsi il risentimento. La mia nonna materna. Nonna Maria.

“Che la Madonna possa mettere le mani dove tu metti i piedi”  così mi diceva la Nonna Maria, salutandomi prima che io ripartissi per Milano. Lei con tutti i suoi rosari a farle compagnia e un elenco lungo di persone per le quali pregare ogni bene. A dire il vero lei me lo diceva in dialetto: nel ricordo, il dialetto si confonde con la mia scarsa padronanza. Preferisco dunque lasciarvi la versione italiana per non togliere nulla alla profondità del messaggio (a prescindere dal credere o meno che resta atto personale, intimo e individuale).

 Amava incondizionatamente. Io sono convinta che tutti i suoi nipoti – io inclusa – in cuor loro credano ciascuno di essere stato il nipote preferito della Nonna Maria. Lei ti accoglieva sempre con il sorriso; primo degli occhi, poi della bocca. Era lì per te con tutta se stessa. Paradossale: tu andavi a trovarla per farle compagnia e finivi con l’essere tu a sentirti gratificato da lei. Lei che ti rispondeva con la presenza di tutta la sua persona inondandoti di tutto il suo affetto. Una dolcezza che ti colmava di benessere.

Se solo ho ereditato un decimo della sua dolcezza allora posso dire di essere davvero fortunata.

Profumava sempre di fresco e di sapone di marsiglia. E aveva la pelle liiiiiscia liscia. Mi accarezzava sempre le mani con le sue mani liscie rese via via più piccole dall’età e dai dolori. E mi sorrideva. Un sorriso che parlava e mi riempiva. Io non so descriverlo ma a distanza di anni il ricordo mi commuove intensamente come adesso che ne scrivo.

Credo che quella capacità di sorridere l’abbia ereditata la mia mamma ed io – fortunata – a mia volta.

Nonna Maria che, quando io ero a Pescara faceva avere a mia madre le uova fresche delle sue galline per farmi fare l’uovo sbattuto con lo zucchero (lo chiamavo così io) perchè – diceva – “Milena studia tanto e ha bisogno di zuccheri”. E al rumore del cucchiaino sbattuto da mia madre alla mattina mi alzavo in un attimo. L’unica cosa che – all’epoca – riuscivo a mandar giù appena sveglia.

E quando andavo a trovarla lei aveva sempre qualcosa da offrirmi e quei biscotti da farmi riportare su “perchè a te ti piacciono tanto”. E quindi chiedeva a mio padre che le comprasse (da decenni le sue manine erano curvate da dolori e le gambe poco stabili) “i biscotti quelli semplici con lo zucchero sopra”.  Perché doveva darli a me quando tornavo a casa in Abruzzo sì da riportarli su. E se mio padre non trovava i biscotti, Nonna mi chiedeva scusa perché non aveva da darmeli.

E se me li avesse offerti avrebbe messo una guida perché la tavola deve essere “aggiustata” (preparata) quando si offre un “complimento” (qualcosa da mangiare o da bere non impegnativo) a qualcuno anche se è parente. E allora ho preso la tovaglia con i ricami come quelle che lei comprava per me e per il mio corredo. Ricami di cui io mi sono innamorata da subito.

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Lei ci passava su la sua mano piccola e liscia quasi a capacitarsi di quale incredibile lavoro altre mani operose avessero prodotto. E poi avrebbe preparato un “vassoietto” per mettere su i biscotti, rassicurandomi di mangiarne quanti ne avrei voluti perché tanto ce ne erano tanti altri ancora.

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Questi sono i miei Biscotti del Cuore.

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Grazie!

Note “tecniche”: 1) la ricetta me l’ha data la mia mamma. Non so dirvi – poichè mamma non ricorda – da dove arrivi (non escludo passaggio di parola o retro di qualche confezione di prodotto da lievitazione). Sono biscotti molto, molto semplici e poco dolci. Quando abitavo a Pescara noi li prendevamo (molto simili e ottimi) in un panificio – di quelli che panificavano – proprio vicino casa. 2) A mio gusto, aumenterei (lo farò) la dose di buccia di limone. 3) Meglio se lo zucchero semolato da mettere su prima di infornarli non sia finissimo. 4) La farina 1 secondo me è l’ideale. 5) Ciascun biscotto pesa 46-47 gr.


Me ne sono stato educatamente zittino su altri articoli, ma qui, ragazze e ragazzi, si parla di Nonna Maria!

Dal primo giorno che l’ho incontrata mi ha catturato, con la sua dolcezza, il suo sorriso e la sua serena forza di fronte alle difficoltà dell’età e della vita. Un sorriso che spazzava via qualsiasi nube, per quanto minacciosa.

Era sufficiente stare ad ascoltare lei e Milena parlare e vedere i fiumi (impetuosi!) di amore profondo che scorreva tra le loro mani che si accarezzavano l’un l’altra di continuo, per rasserenarsi!

Una volta al passaggio del parroco per la benedizione natalizia, Nonna Maria ha appunto chiesto la benedizione e il parroco: “Maria, siete voi che dovete benedire me. Il Buon Dio ascolta più volentieri la vostra voce!”. Ecco, lo sento anch’io: quando Nonna Maria ti benediceva potevi sfidare un drago a mani nude; eri al sicuro! Ora è preziosa presenza in quel plotone di angeli che bada a noi.

E poi, ogni volta che mi vedeva, ripeteva che diventavo ogni giorno più giovane e più bello!!

Da ciò si desume che la nonna, pur difettando nell’udito, aveva una vista perfetta!

47 pensieri su “Biscotti del cuore

  1. L’unica nonna che ho conosciuta è nonna Ione, la nonna materna. Umile con tutti, non sgridava mai nessuno, sempre una parola gentile ed incoraggiante x tutti. Non appena riscuoteva la pensione la divideva tra tutti i nipoti e x lei non rimaneva nulla. Ma era felice e serena così. Nell’agosto 1977 un tumore allo stomaco se l’è portata via. Avevo 13 anni e ho dormito con lei nel lettone Quasi sino alla fine. Mi manca moltissimo una nonna e dico a quei giovani e a quei bimbi che ancora hanno i nonni: voi non sapete la fortuna che avete!

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  2. Grazie per aver commentato sul mio blog. Mi hai dato l’occasione di scoprirti e di leggere i tuoi ultimi post. Mi piace l’idea di non mettere le ricette perchè, come insegni da questo post e da quelli precedenti su tuo nipote, i manicaretti sono solo un pretesto per mostrare un’altra dolcezza molto più importante… quella del cuore!

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    1. Oh thank you! I’m not so good at taking photos but I’m making some little progress 🙂 . They are the biscuits my maternal grandmother, grandma Maria, was used to providing me with. They are my heart’s biscuits (not sure it is the right translation: they make me touched, recalling me a person, just grandma Maria, I love even though she passed away.) It is a sweet and happy memory 😀

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      1. That’s really sweet. What a wonderful memory. I really believe that food is such a wonderful way to nurture – cooking for those you love. I always think of my mom when I eat roasted salmon because she always made it for us growing up and my grandma when I eat lemon bars – that was one of my favorite things she made us when we were little. Where are you from in Italy? My maternal grandfather was Italian (from Puglia) and my mom lives in Viareggio now. Although my Italian is not very good, I love reading your posts in Italian and trying to understand the best I can! ❤

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  3. Sono commossa….grazie Milena!
    La tua cara Nonna Maria e la mia Nonna Pina….ora cucinano biscotti e “sbattono” l’uovo con lo zucchero….per gli Angeli!
    Quanti dolcissimi ricordi….grazie ancora Milena!
    Bona serata!
    Nives

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  4. Bellissimo post, più che la nonna mi hai fatto ricordare un’altra persona a me tanto cara, io penso che hai ereditato da lei tantissima dolcezza traspare da tutti i tuoi scritti, se non ricordo male ti avevo già scritto che sei dolcissima. Questi biscotti sono molto invitanti, perché non ci fai conoscere la ricetta.

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    1. Si vero me lo avevi già scritto. E a me scalda il cuore.
      Vivo il mio blog come un diario emozionale per cui la parte che mi “preme di più” è quella del racconto ecco perché non pubblico la ricetta. Però se qualcuno mi chiede sono pronta condividere 😀 e domani o nei prossimi gg te la mando 😉

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    1. oh Ilaria mi spiace: mia nonna mi manca da morire e il suo pensiero mi riempie sì gli occhi di lacrime ma mi fa il cuore colmo di gioia e amore…volevo che arrivasse questo: la gioia e l’amore al di là dei limiti fisici…stai meglio vero? ❤

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      1. Certo! Scusa, anzi, il male era proprio perché mi veniva da piangere mentre leggevo >.< scusami ho spiegato male. Una volta ero alla stazione che dovevo tornare a casa e sono scoppiata a piangere perché era un anno che mia nonna era morta e non riesco (ora sono due anni precisi) a rendermene conto 😥 un abbraccio e un bacio per farmi perdonare ❤

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  5. Storia bellissima, la Nonna Maria non poteva sperare di più, celebrata con tanto affetto e memoria e voglia di ricordarla (difendo fortemente l’obiettività di mamme e nonne nella loro personale visione di figli e nipoti 😉

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  6. Bellissimo, tenerissimo, dolcissimo e per me anche struggente post: quanto avrei voluto avere una nonna così ma anche “meno” perchè sono convinta che l’amore che ricevi da una nonna ti sembra anche più grande di quello che ricevi dai genitori (mio parere) e tu, “bel tomo” non fare tanto il vanesio perchè quando ti vedrò giudicherò io 😛

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