Come trasformare un “incidente” in un successo – Torta morbida con marmellata nell’impasto

Non tutte le ciambelle escono col buco. Ma la mia è uscita con il buco. Vero!

Peccato però che l’obiettivo non era fare una ciambella ma realizzare la marmellata di arance con il metodo Ferber, metodo di cui sono sicura avrete letto nella rete (nel caso non fosse così, qui uno dei tanti articoli). In estrema sintesi: la particolarità risiede nel lasciare macerare la frutta con lo zucchero e gli aromi una intera notte in frigo.

Io ho seguito questa ricetta peccato però che abbia fatto cuocere un po’ troppo la marmellata che una volta messa nei vasetti, girati e raffreddata non è più riscesa. Gulp!

Cavoli. Posso mica buttarla, con tutto il popò di roba che c’è dentro?! E poi quel profumo mentre la preparavo. Mmmm. No, io voglio ancora sentirlo, assaggiarlo e gustarmelo!

Mi sono ricordata di aver visto nella blogosfera una ricetta di un dolce in cui la marmellata o la confettura erano nell’impasto. E cerca che ti cerca ho trovato questa ricetta fra le tante. Perché mi ha colpita proprio questa? Forse perché manca la foto (e quindi lascia un pochino di spazio alla fantasia) ma soprattutto perché c’era una storia di confidenze – seppur breve – e una fonte: una torta che conquista un palato, “palato” che chiede con insistenza la ricetta alla sua realizzatrice e che alla fine “molla” e condivide (non “cede” bensì “condivide”). Voilà la soddisfazione: il piacere di condividere e l’umiltà di riconoscere che arriva da qualcun’altro.

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Alle marmellate e confetture è inoltre associato un mio caro ricordo. La confettura di pesche che mia madre ed io facemmo insieme l’estate di tanti anni fa: vivevo ancora a Pescara. Non ricordo più se comprammo o ricevemmo le pesche sta di fatto che ne erano una esagerazione. Facemmo non so quante decine di vasetti di confettura di peschemamma ed io, un pomeriggio d’estate. Senza mai smettere di girare. Ci alternavamo perché alla fine le braccia erano spossate dalla stanchezza. Ricordo che avvicinammo il tavolo della cucina ai fuochi sì da poterci almeno sedere mentre imperterrite giravamo la confettura alternandoci. Non vi dico poi gli schizzi della confettura rovente sulle braccia. Ogni tanto io mollavo un urlo ma orgogliosa e sorridente non desistevo: mamma ed io stavamo facendo la nostra prima confettura, di pesche, insieme. Ricordo dolce indelebile e fiero stampato dritto dritto a colori e profumi nel cuore e negli occhi.

Torta morbida con marmellata tagliata

La torta è davvero “morbidosa” e profumata e regala soddisfazioni 🙂

Grazie!

Separatore cuore

RICETTA della TORTA MORBIDA CON MARMELLATA DI ARANCE NELL’IMPASTO

INGREDIENTI: 250 gr di farina, 3 uova intere, 250 gr di zucchero, 130 g di olio di semi di arachidi o di mais, 130 g di acqua, 200 g di marmellata di agrumi, una bustina di lievito per dolci.
PROCEDIMENTO: Battere le uova con lo zucchero per molto tempo fino ad avere un composto spumoso; aggiungere poco per volta la marmellata, l’olio e l’acqua a filo e infine la farina setacciata con il lievito.
Mettere in uno stampo a ciambella imburrato e infarinato e cuocere in forno preriscaldato a 180 gradi per 50/60 minuti circa.

Note tecniche: 1) io la marmellata di arance l’ho fatto esclusivamente con zucchero di canna integrale; 2) per la torta, per continuità di gusto e colori, ho usato zucchero di canna integrale e l’acqua l’ho usata per diluire la marmellata che ho ulteriormente passato al frullatore; 3) avendo scelto uno stampo profondo ho cotto nel ripiano basso del forno – anziché come generalmente indicato quello intermedio – per circa 60′.

39 pensieri su “Come trasformare un “incidente” in un successo – Torta morbida con marmellata nell’impasto

  1. Anche mia suocera ha fatto la marmellata che non riscendeva dal barattolo… era così soda che noi l’abbiamo mangiata quasi a morsi… tipo fruttino o cotognata. Ed era buona lo stesso…
    La tua storia della marmellata di pesche mi ha fatto tornare in mente un altro aneddoto simile… Alcuni anni fa feci il volontario ad un ristoro della Maratona di Firenze e quando finimmo e smontammo tutto ci dissero di dividerci quello che era avanzato. A me toccò una cassa intera di banane che in due giorni maturarono tutte insieme tanto da costringerci a fare la marmellata. Venne fuori una marmellata così stucchevole che, a casa mia la mangiai solo io… per mesi interi!

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  2. Che bello il tuo ricordo. Hai sempre la capacità di descrivere le cose con semplicità, vividezza e naturalezza, a leggerti mi spunta sempre un sorriso sulle labbra. E la capacità di trasformare un insuccesso in qualcosa che gioca a nostro favore è una delle doti più grandi che si possano avere!
    Un abbraccio cara Milena…a presto per i racconti della vacanza! 🙂

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  3. “Ricordo dolce indelebile e fiero stampato dritto dritto a colori e profumi nel cuore e negli occhi”. Mi sembra che una frase così possa reggere una vita intera, è bellissima! E la torta, quanti capolavori nascono per errore? Brava 🙂

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  4. Sono sempre curiosa di assaggiare gli esperimenti, quindi avrei assaggiato lo stesso la tua marmellata 🙂 io ricordo che le marmellate mamme le fa col fruttapec (così s’imbroglia), ma almeno risparmiamo la girata di braccia!

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