Fa freddo. Ci sono 3° credo. A me sembrano meno. Ho sciarpa, guanti e piumino. Niente cappello. Se ne indossassi uno mi verrebbero i capelli spiaccicati della Gioconda, ma senza la sua aura di mistero. Non sarebbe un bel vedere. E quindi così imbacuccata mi incammino dalla parrucchiera con un libro in mano per passare in compagnia i momenti di “posa”. Rifletto: quelle ragazze mi hanno visto in ogni modo. Lascio che le emozioni che i libri mi trasmettono siano pagine di altri occhi: sorrido; rido di cuore; piango; alzo lo sguardo e lo punto da qualche parte lì sospeso. E penso. Poi qualcuno mi richiama a terra: “Milena? Tutto ok? Andiamo al risciacquo.” Eccomi ci sono. Sorrido. E mi vedo in tutte le facce. Oh che bel momento quello del risciacquo. Penso a quello che farò tornando a casa, a quello che con Max faremo insieme. Per me il risciacquo è un momento rilassante: mi rilasso talmente tanto che mi si svuota la testa persino di tutti i pensieri belli che la riempiono. E poi mi si stampa un sorriso tenacemente ebete ma soddisfatto e le palpebre diventano più pesanti. Spesso mi capita di ultimare l’idea di un dolce intuito o abbozzato. In questo caso la sua decorazione. Ormai le castagne fresche sono pronte a dirci addio per quest’anno e arrivederci al prossimo! Così per non lasciare che le ultime castagne si secchino penso che le utilizzerò come ripieno di una crostata. Le ho già lessate. Darò loro consistenza con della ricotta vaccina e mele cotogne ripassate in padella con burro e zucchero di canna. La frolla, arricchita di farina di avena, cacao amaro e nocciole tritate è pronta. E come la ultimo? Non ho voglia del reticolato. Quel negozio lì è circondato da alberi. Saranno gli alberi a ri-finirla. Un piccolo bosco di alberi. Avete mai abbracciato un albero? É rassicurante.
Bene ho le mie decorazioni. Così a piega fatta mi ri-imbacucco e incammino verso casa. Sotto casa, scena: un giovane padre-papero con il monopattino si ferma a metà delle strisce pedonali sul dosso sotto al quale passa il canale. Si volge indietro, allunga il braccio verso i suoi piccoli paperotti e uno a uno sui loro monopattini passano in fila imbacuccati 3 piccoli bambini-paperotti. Sono ferma. Sorrido sonoramente. Fa freddo. Ora so che sarà un bel pomeriggio produttivo.
Grazie!
Complimenti! Bellissima crostata!!! Beh lo ammetto: io quando sono in un parco/bosco e intorno non c’è nessuno un abbraccio a qualche albero ogni tanto mi scappa….
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😀 è proprio bello abbracciarli: mi sento piccola e al cospetto di una “autorità” severa ma protettrice…
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Ciao cara Mile 🙂 Io non amo molto andare dal parrucchiere ma la fase del risciacquo è quella che amo di più, rilassante a dir poco 😀 Questa crostata deve essere deliziosa, come tutto ciò che fai e che sempre mi colpisce… al cuore! ❤ Ti abbraccio forte forte, felice serata! :**
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:-*
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non ho dubbi che sia una crostata meravigliosa! il ripieno da come lo descrivi deve essere delicato e dolce, con la ricotta poi che io amo come sai. La frolla, altro mio pallino, arricchita così con avena nocciole e cacao già sento che è fribilissima e profumata… insomma sono positivissimi sulla tua mente questi risciacqui! 🙂
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Sììì davvero benefici…ahahah
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Ciao Milena, che bella bellissima torta (che farò forse già nel fine settimana) e che bella storia. Hai il dono di farci partecipare alla tua vita con una naturalezza che … sembra di conoscerti da sempre 🙂
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Oh Paola…che cosa stupenda che mi hai scritto. Sorrido con gli occhi lucidi!
Grazie di cuore!
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E’ vero! 🙂
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Questo sarà un blog in ui mi calero come in un tubino a fine dieta… a pennello!
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Ma dai? Che piacere/ Poi detto da te che di pennelli te ne intendi 😉
Grazie del passaggio!
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Oh ma io la pasticceria la farei la mia seconda casa
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🙂
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Io adoro le crostate. (Forse adoro più decorarle, l’ammetto) ma comunque sono una che ne prepara tante. La tua proprio mi piace Milena. Il gusto, la farcia…saranno certamente buonissimi.
Ho sorriso anch’io leggendoti, perché mi ha ricordato la poca pazienza che ho dal parrucchiere. Le ripetute lamentele. Però il momento del risciacquo è quello che ha la meglio su tutto, perché sto lì a godermi i massaggi. Prendo una fetta, posso?
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Anche la crostata intera se io potessi. Come è bello cucinare e coccolare le persone che “senti” ❤
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Un connubio di sapori fantastici … immagino il risultato 🙂 ed è anche molto carina con gli alberelli
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Io e Max facevamo a gara a chi prendeva il pezzo di alberello più grande. Come due bimbi. 😀
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E’ belo riuscire ancora a divertirsi con poco …
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Ma quanto ci si rilassa dalla parrucchiera, eh! Complimenti per la torta;Mile 🙂
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Grazie Giusy! Non so da tastiera come si faccia a mettere la faccina con le guance rosse. Acc!
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Ohhh si il momento del lavaggio è davvero rilassante, io rischio sempre di addormentarmi 🙂
questa crostata mi ha conquistato il cuore, prima di tutto è bellissima, quegli alberelli sono deliziosi. E poi mi piace molto l’idea della frolla piuttosto rustica e saporita con il ripieno dolce e cremoso. Hai esaltato nella maniera migliore tutti gli ingredienti
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Grazie Elena! Poi scritto da te che fai di quelle crostate deliziose e coccolose è un gran bel complimento!
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Anche a me piace moltissimo quando mi lavano i capelli… Super rilassante! Una volta sono andata da un parrucchiere che faceva fare i massaggi alla testa, bellissimo… Infatti le signore andavano solo a lavarsi i capelli 😀
Che buona la crostata! Quest’anno le castagne non le ho proprio viste 😦
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Io quest’anno ne ho mangiate di buonissime dai miei. Direi che “ciclare” nel cibo è normale. Abbiamo una tale ricchezza di prodotti. E poi da non trascurare la disponibilità e la nostra voglia di mangiarne 😉
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Purtroppo quest’anno Avellino non ha prodotto nulla per un insetto 😦
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Non amo particolarmente le castagne ma questa la mangerei, e’ cosi bella!
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Ehi! Grazie. Ma le castagne non ti piacciono neanche lessate e dolcificate con lo zucchero di canna? Potrebbero sorprenderti. Buona giornata!
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Non mi piacciono neppure i marrons glaces! Pero’ potrei riprovarci.
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Che meraviglia di crostata, nemmeno io amo fare la griglia sulle crostate.
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La torta ti è riuscita benissimo (come le altre, del resto)! Mi è avanzata un po’ di farina di castagne e chissà che… non ti copi! 😛
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Sarebbe un onore! Un abbraccio a tutti e due!
Ah ma poi lo avete fatto il parrozzo?
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Magari! Abbiamo comprato tutti gli ingredienti, persino quelli con cui avevamo più difficoltà: il semolino (o, come i hai detto, semola di grano duro 😉 ) e la “gradina”… Abbiamo persino le mandorle armelline. Ma… Non abbiamo ancora trovato un secondo di tempo per farlo…
Ovviamente quando lo faremo sarai la prima a saperlo, con foto celebrativa d’occasione 🙂
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Scusate se mi meto in mezzo,non ho potuto farne a meno, il semolino è molto diverso dalla semola di grano duro, il semolino è più simile alla polenta.
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Ma scherzi Giovanna?! Ci mancherebbe. Ho riletto la ricetta di mamma e attinto alla memoria dei Parrozzi che ho fatto negli anni e in effetti io ho sempre usato il semolino e non la farina di semola di grano duro. Devo avvertire i ragazzi della Salvia Di Silvia. Grazie Giovanna!
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Mi fa piacere, a volte c’è chi ci resta male, se li fai sti parrozzi sono curiosa di vederli.
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Io l’ho proposti lo scorso anno. Eccolo qua 🙂 https://milesweetdiary.wordpress.com/2015/12/21/parrozzo/
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Grazie!
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Grazie Giovanna. Grazie perchè con questa precisazione ci hai salvati dal fare un pastrocchio e anche perchè hai dato anche l’assist a Milena per correggerci per questo nostro errore.
In effetti… ancora grazie a entrambe.
Abbiamo appreso una cosa nuova. Ma poi, sai che cercando online sembrano la stessa cosa? Per fortuna, WordPress ci offre altri canali privilegiati per imparare.
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Figuratevi sono contenta di essere stata utile, qui dalle mie parti si usa sia la semola rimacinata di grano duro che in effetti è la farina che usiamo normalmente per il pane e si utilizza il semolino, che è quello che serve per creare il cuscus, per queto sono cosi ben informata.
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La semola rimacinata si usa anche da noi e, talvolta, si usa per preparare la pasta. Il semolino, beh,… adesso non è più uno sconosciuto!
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Come mi piacciono questi scambi tra “bloggers” 😀
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E’ una fortuna!
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Io patisco il parrucchiere e rimando finché non sono disperata, però se a te vengono queste belle intuizioni potrebbe persino valerne la pena 😊
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Ahahah! Avendo i capelli lunghi per me significa soprattutto libri da leggere e umanità da osservare: mi piace osservare discretamente e – soprattutto conoscerlo – l’universo umano che mi circonda.
Una splendida settimana Viv!
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