Pizza di Pasqua Abruzzese – questa sconosciuta

Di nuovo l’editor a BLOCCHI di WP. Per chi non usa WP: l’editor a blocchi è una impostazione – sedicente – facilitata per scrivere gli articoli. Io di facilitato non trovo nulla. Anzi. Come non mi piace non avete idea!

Mi accingo a scrivere questo articolo e al momento l’unica opzione che ho è l’editor a BLOCCHI. Brivido e raccapriccio.

Veniamo alla protagonista di oggi, questa sconosciuta. E già perché sebbene questo “pizza” sia Abruzzese io non la conoscevo. E’, infatti, tipica più dell’Aquilano e del Teramano che del Pescarese, da dove arrivo io. Io l’ho scoperta grazie, prima, a Gabila che in effetti Abruzzese non è ma ama l’Abruzzo, soprattutto l’entroterra. Senza dubbio la parte più bella dell’Abruzzo. E poi, a Laura le cui foto sono poesia e i cui racconti vi portano ad altri tempi coccolandovi in rasserenanti atmosfere.

La prima domanda in chi legge credo sia: “perchè PIZZA”? In Abruzzo si tende a chiamare “pizza” tutto ciò che ha un impasto che deve lievitare o ricrescere. E si usa indistintamente per il dolce e per il salato. E indovinate cos’è questo? Dolce, of course. Ma in effetti solo per la glassa perché l’impasto è davvero poco dolce. Le mie fonti abruzzesi mi dicono che si accompagna con i salumi nella colazione di Pasqua o nella veglia pasquale. Io non ho fatto né l’uno nè l’altro: l’ho preparata prima di Pasqua e mangiata rigorosamente a colazione o a merenda, da sola 😀 Mooorbida moorbida.

Come potete notare “la sconosciuta” è un po’ sbilanciata in crescita. Semplicemente perché il pirottino di carta aveva i lembi incurvati in dentro e per evitarli ho dovuto inclinare la pasta per poterla inserire. Quindi, la parte più alta è sfuggita alla forma compatta assunta dall’impasto durante la pirlatura. Un po’ come quando ci si siede su una sedia con una chiappa di fuori. Ecco così. Chissà se ho reso l’idea. Va be’ fidatevi.

Quanto alla glassa, ho notato che la mia (presa da Laura) ha fatto fatica ad asciugare. Non so se sia dipeso dalla temperatura di casa. Mi sentirei di suggerirvi la glassa di Gabila che prevede anche l’albume e che forse sulle glasse garantisce una tenuta più stabile e duratura. Detto questo il sapore dei semini di anice mi ha fatto fare un balzo indietro nel tempo a quando da ragazzina mangiava con mamma in cucina dei paninetti all’anice che tanto le piacevano. L‘anice deve essere una costante della linea materna: lamiaadoratanonnamaterna, nonna Maria, adorava l’anice…

Se vi restasse la curiosità di conoscere altri prodotti abruzzesi tipici di questo periodo, voilà: soffione di ricotta , fiadoni.

Una fetta a voi, grazie!

RICETTA per 2 PIZZE DI PASQUA ABRUZZESE in pirottini da 500 g. La ricetta arriva dalla summenzionata Laura ma la mia con olio anziché strutto. INGREDIENTI PIZZA: 100 ml di H2O; 150 g di licoli; 500 g di maritoba; 150 g zucchero semolato; 4 uova; 66 g di olio e.v.o. ; 2 cucchiai di liquore all’arancia (se avete quello all’anice ancora meglio) 2 cucchiaini anice; la scorza di 1 arancia; pizzico di sale. INGREDIENTI GLASSA: 160 g di zucchero a velo; 3 cucchiai di succo di limone; zuccherini a piacere.

PROCEDIMENTO: separare tuorli e albumi. Nell’impastatrice con la frusta K, sciogliere il licoli con l’acqua, aggiungere la farina, lo zucchero, gli albumi, il liquore, la scorza d’arancia e i semi. Mettere il gancio e quando prende corpo aggiungere sale e i tuorli, uno per volta. Lasciare incordare quindi aggiungere l’olio e incordare di nuovo. Versare sul piano di lavoro e con le mani leggermente unte di olio fare 3 gigi di pieghe a 3 a distanza di 30 minuti l’uno dall’altro. Quindi versare in un contenitore graduato con la chiusura sotto. Il mio ha impiegato 14 h a raddoppiare a 28°C (dipende tantissimo dalla forza del vostro licoli). Al raddoppio – e per me l’indomani mattina – ho pezzato in 2 e ho pirlato 2 volte a distanza di 10 minuti circa l’una dall’altra. Quindi ho messo nei pirottini da 500 g e, coperti da pellicola, ho lasciato che lievitassero a 29°C fino al bordo. Siccome ricrescono molto in cottua, CONSIGLIO, di far lievitare qualche cm sotto il bordo. Quindi cuocere a circa 170°C sul ripiano più basso del forno avendo cura di nebulizzare dell’acqua ovvero di versarne un po’ sul fondo per creare umidità. Rimuovete la pizza di Pasqua Abruzzese quando la cupola è diventata di un bel color biscotto (circa 45 minuti). A differenza del panettone non c’è bisogno di girarla a testa in giù per stabilizzarla. Da fredda, preparare la glassa e versarla sulle cupole. Prima che la glassa cominci a tirare spargere in abbondanza – o secondo gusto – gli zuccherini che più vi piacciono.

22 pensieri su “Pizza di Pasqua Abruzzese – questa sconosciuta

    1. Uh che buona quella al formaggio! Pensa te che io volevo farla questa Pasqua ma al supermercato non ho trovato il formaggio giusto. A me, che adoro i formaggi e le torte salate, quella torta al formaggio lì crea dipendenza! Un abbraccio cara Paola e spero di riuscire a passare nei prossimi giorni a farti un saluto 😉

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  1. No vabbè, e al “ci si siede su una sedia con una chiappa di fuori” potevo morire dalle risate!! Mio marito che mi guarda e dice: perchè ridi così? Sei troppo forte! ♥ Conoscevo la pizza di Pasqua che ho anche fatto negli anni passati e messa sul blog ma la mia non era affatto così bella morbidosa ma piuttosto stabile come mollica. Diciamo che non fa parte dei miei piatti di Pasqua, visto che io sono pugliese di origini ma Lombarda di crescita ma vale comunque la pena provarla. E’ davvero buona e versatile. Un abbraccio tesoro

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    1. 🙂 ihihih in effetti quella parte lì dell’articolo fa ghignare un sacco anche me 😀 Mi è proprio venuto naturale descriverla in quel modo. Grazie Terry! Questa settimana sono in ritardissimo con tutte voi con i saluti. Pian pianino recupero giurin giurello! :-*

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  2. Questo post è pieno di cose tenere (la nonna), buffe (la chiappa) e allegre (le codette)… io comunque non riesco a inserire le foto con l’editor a blocchi e continuo a usare quello vecchio (esiste l’opzione).
    Peccato che in ogni caso non riesca più ad andare a capo senza che si crei automaticamente il doppio spazio interlinea… per quello ho ovviato usando l’iPad. Insomma ci si ingegna come si può, un po’ come il tuo dolce che si è adattato alla forma uscendo dal seminato… 😂

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  3. Una vita che non la faccio. Dopo un anno disgraziato in cui non so quanti impasti avrò buttato via, sembrava la maledizione dei lievitati in generale, non ho più avuto il coraggio di riprovarci. La ricetta della nonna è rimasta sola e abbandonata e anche quest’anno non se ne farà di nulla 😟
    Mi gusto con gli occhi la tua, così allegra con la glassa e la momparglia colorata che da me non si usano ☺
    Buon a settimana e buona Pasqua 🍬🐰🌺

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    1. Ehi Fede! Mannaggia ‘sti lievitati che ultimamente non ti danno soddisfazione. Però fai dei dolci da pasticceria moderna sublimi che quasi quasi fan dire “chissene” 😅 .
      Da noi, sia famiglia, sia la zona di Pescara, non si usa proprio. Sono proprio curiosa della ricetta della nonna; è segreta o consultabile? 😇
      Buon tutto a te care Fede! Ti mando un pieno di positività che spero aiuti un cicinin 🍀🍀🐣

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      1. La ricetta della nonna è sul blog, sia in versione originale lievito di birra https://notedicioccolato.com/2010/03/ma-perche-si-chiamera-schiacciata.html che in versione rivisitata con lievito madre https://notedicioccolato.com/2012/04/di-nonne-vecchie-ricette-e-nuovi-amori.html . Prima o poi ci riproverò ma per ora, vista anche la mancata possibilità di smistamento, mi do al pane che mi sta dando grosse soddisfazioni e che almeno consumo io. Ogni tanto anche un cincinino di “egoismo” ci sta 😜 Buona Pasqua dolcezza 😘

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  4. Non conoscevo questa ricetta. A vederla dalle foto sembra quasi un panettone ma senza uvetta e canditi ma con l’anice. Cosa che per me la rende super interessante. Perchè anche io adoro l’anice, alla follia. Questa pizza avrà anche una chiappa fuori ma davvero la mostra con grande eleganza 😉

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    1. Vero Elena in effetti come forma e come tempi sembra quasi un panettone. A parte uvetta e canditi gli manca anche l’aroma del panettone che invce in quest’ultimo è tanto caratterizzante.
      In effetti certi “atteggiamenti osé” solo pochi possono permettersi di porterli con eleganza ahahah Grazie Elena. Un abbraccione e spero di passare quanto prima a salutarti :-*

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    1. Dani cara buongiorno! E grazie di cuore per esserci sempre. Ormai certe presenze sono diventate di famiglia ❤ Queste ultime 2 settimane sono state un po' impegnative e avranno qualche strascico fino ai primi di Aprile. Con calma passo a fare i miei saluti. Un abbraccio stretto stretto! E buona Pasqua a voi :-*

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    1. Sì Simo! E che piacere scoprire un dolce così della mia regione, così piccola e così poco conosciuta anche dagli stessi abruzzesi, alle volte. In Abruzzo abbiamo un sacco di dolci che si preparano con l’olio extra vergine di oliva di cui la nostra terra è ricca. Un abbraccio Simo!

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