Il nonno Italo – nonno paterno – sedeva a capo tavola, io alla sua destra poi c’era mia sorella, mio papá (all’altro capo del tavolo), mamma e nonna. Il nonno era un musicista di banda: suonava la tromba. Era piccolo di statura, viso quadrato, occhi azzurri e caratterialmente un pezzo di pane. Si commuoveva per un nonnulla. Una volta in pensione, giocava a carte in uno degli N bar del paese e l’ambìto premio della briscola o della scopa di turno erano cioccolatini e le mitiche caramelle mou, vincite di cui noi nipoti godevamo a quattro mani. Tra le altre caratteristiche aveva quella di piazzarsi esattamente in linea tra te e il televisore acceso sì da non farti vedere nulla. E mia sorella ed io in coro: “Nonnooooo! Non sei trasparente”. E lui, mani in tasca nei pantaloni, sorrideva, si girava e si spostava. Sospetto lo facesse apposta.
A tavola poi se aveva bisogno che io gli passassi qualcosa mi toccava con la mano il gomito e allungava il mento ad indicarmi cosa avrei dovuto prendergli. Ed io, bimba, tutte le volte, con inattaccabile costanza: “Nonnoo! Ma perché invece di allungare il mento non mi dici cosa vuoi?!” Una scenetta che faceva ridere prima lui, poi mio padre quindi io che mi sbellicavo. D’estate, durante il periodo delle pesche, amava mangiarle tagliate a fette in un bicchiere di vino bianco. Rituale al quale io assistevo tutti gli anni con lo stupore inalterato che soli – o quasi – i bambini hanno. Per me era una cosa stranissima che le pesche si potessero mangiare nel vino bianco (!).
Negli ultimi due anni circa prima che morisse, ogni volta che entrando in casa andavamo a salutarlo baciandolo lui si commuoveva … Così oggi con questa torta alle pesche i miei ricordi sono volati sino al nonno trombettista dagli occhi azzurri, Talucce per scriverla riproducendo il suono abruzzese.
La torta oltre ad esserne decorata, al suo interno ha una purea di pesche. L’impasto è profumato con 0.3 g di lavanda essicata, prezioso dono del giardino della vicina del pian terreno, e una manciata di granella di pistacchi.
A voi oggi, una fetta profumata (anche) di ricordi che suonano. Ancora.
Grazie!
Note tecniche: sono partita dalla mia torta di mele con farina integrale e mandorle per uno stampo da 22 cm riproporzionando le dosi per uno stampo da 18 cm; ho sostituito lo yogurt con 2 pesche percoche (250 gr senza buccia) cotte con 20 gr di zucchero di canna e un cucchiaino da thé di succo di limone; come anticipato, ho aggiunto 0.3 gr di lavanda essicata (il quantitativo per me é azzeccato: la lavanda si sente senza essere invadente. Rischio da non sottovalutare con la lavanda) ed un cucchiaio raso di granella di pistacchi. La torta é senza lattosio.
INGREDIENTI per uno STAMPO a cerniera di 18 cm
83 gr Farina Integrale
33 gr Farina di mandorle o (mandorle tritate)
33 gr Fecola
87 gr Zucchero di canna grezzo (se grosso, tritarlo)
20 gr Zucchero di canna grezzo per cuocere le pesche
Una manciata di zucchero di canna grezzo per la decorazione in superficie
2 Uova
83 ml Olio di semi
2 pesche tipologia a scelta 250 gr senza buccia e nocciolo
3/4 Di una bustina di cremor tartato
3/4 cucchiano da the di bicarbonato
Succo di Limone 1 cuchiaino da the
!n cucchiaio colmo da tavola di pistacchi
1 manciata di pistacchi per la decorazione della superficie
0,3 gr Lavanda essiccata
PROCEDIMENTO
Sbucciare le pesche mature e farle a pezzettoni. Cuocerle in una teglia dal fondo spesso con zucchero di canna e succo di limone. Quando si saranno ammorbidite spegnere il fuoco e lasciare intiepidire. Quindi frullarle. In una ciotola lavorate lo zucchero con i rossi fino ad ottenere un composto spumoso quindi aggiungete l’olio e la purea di pesche, la lavanda essiccata e la granella di pistacchi. Unire ora farina e lieviti. Montate gli albumi a neve e unire al composto delicatamente. Versare l’impasto nella tortiera precedentemente unta e infarinata. In alternativa bagnare 2 fogli di carta da forno e tamponare; quindi stenderli sul fondo e sulle pareti (in caso di tortiere apribile questa modalità funziona. Altrimenti occorre comunque oliare la tortiera, prendere le misure e tagliare la carta di conseguenza). Affettare a mano una pesca (ne avanzerà) e distribuire le fette a raggiera. Spolverizzare con lo zucchero di canna e pistacchi e infornare a 180°c per 40 minuti circa e cmq fino a quando la torta non assumerà quel bel colore biscottato e si staccherà leggemente dalle pareti.
Belli questi ricordi che tengono vive le persone ben oltre il limite. Mi sembra di vederlo, questo nonno sornione … Non ho mai usato la lavanda essiccata nei dolci, dovrei lanciarmi
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Eh sì…mi piacciono questi ricordi. Rinfrescarli, girarmeli tra le dita e sulle labbra perché prendano di nuovo vita.
Se ti piace la lavanda te la consiglio ma con moderazione perché davvero la lavanda ha un aroma intenso e persistente. Bacio Paola!
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Che bello questo ricordo di tuo nonno…Anche io ero tanto affezionata al mio, e lo penso spesso, anche se sono tanti anni che non c’è più. La torta dive essere buonissima, me la immagino supersoffice! E i rischi della lavanda li conosco bene…la prima volta che la usai, nelle madeleine, mi sembrava di mangiare un profumabiancheria! 😀
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Ma sai che quando dosavo la lavanda pensavo a te perchè mi ricordavo proprio di quel tuo articolo in cui ci dicevi che ne avevi messa troppa?!
Un bacio a tutti i nonni e un abbraccio a te! :-*
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Ciao carissima amica, davvero bella questa torta, peccato che per adesso non c’è proprio voglia di accendere il forno.
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Ciao Giovanna! Che piacere ritrovarti :-* In effetti questo caldo sta mettendoci tutti a dura prova. Io riesco a sopportare bene ma lo confesso: ho approfittato di momenti di abbassamento delle temperature per farla. Un abbraccio forte!
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Piacere mio di ritornare e ritrovarvi tutti, aspetterò anche io ad accendere il forno per adesso non si può.
Un grande abbraccio
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Non ho mai potuto conoscere i miei nonni, se ne sono andati entrambi prima che io nascessi. Col tempo tutti gli anziani per me sono diventati nonni, ancora oggi se ne incontro qualcuno scambio un sorriso, una chiacchiera, per riempire quel vuoto a cui non so dare viso. Mi sono emozionata nel leggerti, dei ricordi dolcissimi. Sono certa che tuo nonno avrebbe amato anche la tua torta di pesche.un saluto, S.
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Ma sai che anche a me piace fermarmi a parlare con le persone anziane?! Mi fanno tenerezza da sempre. Forse perché mi riesce facile mettermi nei panni degli altri e al loro posto vorrei che qualcuno trovasse un po’ di tempo per fare due chiacchiere con me quando sarò anziana… grazie Silvia di essere passata a trovarmi. Buon fine settimana!
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Un caro ricordo, come è bello che sia.
Buona serata 🙂
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Grazie Alessandra. Buona giornata a te!
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I nonni… anch’io di recente ne ho perso uno… E come te ho un sacco di piatti che me la fanno venire in mente. E’ un bel modo di ricordare il tuo
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Grazie…
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Questa torta deve essere super-squisita, Mile! Le torte con le pesche sono un po’ come quelle di mele, sempre eccezionali! Sai che leggendo il tuo racconto mi hai fatto ricordare mio nonno, me lo sono potuto godere poco…ed ero molto piccola, ma ho un bellissimo ricordo di lui!
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Mi piace ricordare come posso i miei amori. Un saluto a tutti i nonni ❤
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🍉 🍍 E’ iniziato il “Summery food contest” sul mio blog! Se ti va di partecipare dacci un’occhiata: https://libertycesca.blogspot.it/2017/07/summery-contest-quando-lestate-si-mette.html
A presto! Francesca Maria
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Acc mi sei finita in spam e solo adesso mi accordo del tuo commento. Caspiterina mi spiace. Avrei partecipato volentieri. Adesso non faccio in tempo..Uffi
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Un po’ mi ricorda la mia infanzia, solo che noi ci davamo di rosso per le “pesche col vin” e dal nonno c’era proprio tutto: l’albero ricco di pesche profumatissime e la cantina ricca di botti piene di vino aromatico e di ottima qualità. Insomma, mi hai fatta perdere nei ricordi di bambina…
Un abbraccio forte 🙂
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Tati….ti abbraccio forte anche ora e allora tra i ricordi di bambina … ❤
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Nel tuo post ho ritrovato ricordi del mio nonno materno..sparito 3 anni fa.
Quanto amore.Mi sono seriamente commossa.
( il gesto gomito -mio- mento -suo- per indicare..lo faceva sempre anche lui)
Quanto mancano eh?
Grazie !
ps. la torta la voglio fare stasera poi ti dico come viene!!
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Oh Alessia mi fa piacere che tu abbia ritrovato un po’ del tuo nonno. L’obiettivo è quello di rivivere e condivide emozioni belle, importanti alle volte “forti”. Grazie a te del tuo passaggio tra le pagine dolci del tuo diario. Allora aspetto di sapere come è andata 🙂
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Ma è stupenda … certo nn posso dire di aver mai trovato qualcosa in questo blog che non mi piacesse. Buona giornata. … anni fa facevo un dolce alla lavanda… forse lo rifarò il prossimo anno. Buona giornata cara mile
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Ma ciao vulcanica Lella e buona giornata a te occhioni! 😀
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Ciao cara… diciamo che al mare occupiamo bene il tempo e nn ce ne resta x il resto del mondo… forse da domani si recupera ^.* dolce notte
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Chissà perché ancor prima di arrivare qui e leggerti ho sentito da lontano il profumo dei ricordi. Quelli che un po’ hanno fatto male, ma che adesso stanno dentro al cuore.
Per ogni nonno che si rispetti le pesche si tuffano dritte nel vino, ancor prima di una torta, ma sono sicura che se ne avesse assaggiato una fetta di questa avrebbe cambiato subito idea❤️ tienili stretti i ricordi, sono preziosi. Come te. Notte Mila
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Mi piace coltivare i ricordi per rendere fertile il futuro. Buongiorno a te dolce Melania! ❤
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Bella storia della tua vita, grazie per averla condivisa ❤
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Grazie Monica! Mi piace – se riesco – portare messaggi del cuore…grazie a te della tua visita ❤
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Fantastica come sempre ♥
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Grazie a te Antonella ❤
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Tuo nonno doveva essere proprio un gran bel tipo. Me lo immagino, semplice, casalingo, schietto, e con un amore infinito per le sue nipoti. Sai che non avevo mai sentito di pesche bagnate nel vino? o invece mi divertito un sacco a guardare mia nonna che intingeva la ciambella nel vino rosso. Se la gustava proprio con piacere. Non ho mai conosciuto nessuno dei miei nonni, e questo un po’ mi manca, non so se i nonni sono diversi dalle nonne.
Questa torta è stupenda, bella alta e soffice. Si vede che è stata fatta con amore pensando a una persona speciale
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Sì secondo me i nonni sono diversi dalle nonne, per naturale conseguenza. I nonni e le nonne sono dei pezzi di noi, legami forti. E nonno Italo era proprio dolce e a me piaceva molto dargli i baci salutandolo.
Una torta-coccola direi 😀
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Il nonno era un buongustaio!
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🙂
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Che bel racconto e che ricetta: bella e sicuramente buona!
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Grazie Paola. Pezzi di me. A presto!
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Non so più distinguere se a portarmi qui sia la curiosità dei tuoi accostamenti e la creatività in cucina, oppure l’emozione che mi regala scoprire il perchè scegli un ingrediente particolare.
Ammetto di aver avuto un piccolo sussulto con le pesche nel vino, mio nonno era solito intingere la focaccia nel vino bianco e questo è un ricordo dolcissimo che mi lega alla sua figura per me così importante.
E quindi grazie per le pesche, per i ricordi e per permettermi di non dimenticare mai quanto siano importanti i piccoli gesti 🙂
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Io sono solo felicissima che tu passi da me perché ogni volta mi regali uno “scorcio” del tuo cuore. E così i miei ricordi vanno in risonanza con i tuoi e si mescolano e vibrano insieme. E così diffondiamo altro amore. Un dolce ricordo anche per il tuo nonno che intingeva la focaccia nel vino bianco! ❤
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Lavanda e pistacchi??? Ma sei un genio tu?
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Ahahah un genio “denoartri” 😀
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Dai…lavanda è pistacchi ma neanche se ci penso anni mi viene un’idea così maestosa…..ti rendi conto che mente hai????????
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Molto bella la torta, e molto belli e commoventi i ricordi che hai condiviso con noi! E’ bello aver ricordi dei nonni, sono le nostre radici, l’anello che ci lega alla catena della storia… 🙂
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Assolutamente sì. E io che i ricordi li coltivo per portarli avanti credo che scrivendone voglia dare loro la possibilità di un pubblico più vasto che faccia risonanza con i ricordi di chi legge. In questo modo seminando amore. Grazie del tuo commento, davvero.
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Questo è il genere di torte che mangerei a quattro palmenti, raccogliendo le bricioline coi polpastrelli! Magari di questa ti chiedo la ricetta… 😉 La tenerezza dei nonni resta scolpita nel cuore insieme alle loro carezze talvolta un po’ goffe. Ho bellissimi ricordi anche io del mio nonno sarto che mi carezzava i capelli ripetendo che eran come seta 😍
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Tenerezza goffa..vero. Che dolce immagine quella di tuo nonno che ti carezzava i capelli. E quanto amore nelle sue parole.
Arriva anche la ricetta 🙂
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Stamattina ho parlato con Martina e stava preparando una torta per festeggiare con i colleghi della clinica: pesche e amaretti senza lattosio. Avevo appena letto il tuo post e ho pensato che fosse una bella coincidenza, torta alle pesche per tutti!
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Bellissima coincidenza! Chissà se mai riuscirò ad incontrare la ipersuperattiva Martina 🙂
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Prima o poi 😁
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